ASA Monza 16-17/07/2016
Le Persone, le Automobili, le Aziende protagoniste nella Storia sportiva del Gruppo FIAT
Una potenza in campo sportivo raggruppata sotto l’acronimo ASA Attività Sportive Automobilistiche.
Oggi il pubblico mondiale osserva questo declino, quasi incredulo, conservando però il rispetto per i nostri marchi in virtù di quanto fatto nel passato. Abarth, Alfa Romeo, Autobianchi, Fiat, Lancia. STORIA dell’automobilismo italiano.
Anche solo parlando del mio marchio del cuore, se chiedi ad un americano cosa ne pensa di Lancia, ti risponderà che Lancia è eleganza. Proprio in America finirono le prime vetture Lancia di lusso, molto richieste e ricercate perchè in termini di confort, tecnologia e rifinitura erano una spanna, forse due, sopra tutte le altre vetture. Se lo chiedi ad un francese o a un tedesco, questo dovrà ammettere, magari a denti stretti, che è stata per molto tempo superiore nello sport.
Ora cosa rimane di tutto il nostro patrimonio? I Lancisti si sono sentiti dire che lo scudo non ha appeal al di fuori dell’Italia. “Per forza”, ha detto un campione ex concessionario durante uno dei talk show del sabato a Monza, “le proposte che venivano fornite erano inguardabili, inadeguate allo stile Lancia, poco originali ed insignificanti. Anche i Lancisti più incalliti hanno cominciato a disinnamorarsi del marchio…”. Tutto è stato puntato su Alfa Romeo, ma quel che i potenziali acquirenti vedono, è lo sticker attaccato alla Ferrari in F1, che anch’essa arranca collezionando figuracce domenica dopo domenica. Fiat, offre una gamma monotematica in scala su base 500. Abarth, sembra quasi solo un accessorio tuning da mettere sulle 500 e la nuova 124 ancora non ha convinto. Va beh, forse ho esagerato un po’, ma stringi stringi… non penso di aver mal interpretato l’immaginario collettivo.
A qualcuno di questi grandi protagonisti gli occhi si inumidiscono ricordando come, con le sue imprese, sia riuscito a ridare lavoro a migliaia di capifamiglia che avevano gettato nella disperazione rimanendo senza lavoro. A qualcun altro sale la rabbia pensando a chi, con due parole ed una calcolatrice (senza ingegneri e senza validi designers), decreta la morte di un marchio, come se fosse un ramo secco da tagliar via, ignorandone la storia. Storia che significa famiglia, gruppo, team. Sono stati raccontati aneddoti, quasi commoventi, di protagonisti eroici depredati di un piazzamento e sacrificati per agevolare un compagno di squadra, eppur lì a festeggiarlo al traguardo anziché starsene in camera a rimurginare su quanto fossero “cattivi” i direttori sportivi. Altri tempi…
Peccato per il pubblico che sarebbe potuto essere più numeroso, forse le belle giornate hanno indotto questi appassionati, evidentemente già disinnamorati, a passare un week end al mare… Speriamo non sia già troppo tardi…
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