Lancia Aprilia, l’ultimo capolavoro di Vincenzo Lancia

Lancia Aprilia, l’ultimo capolavoro di Vincenzo Lancia

Guidaci n° 2/2019

LanciaVamo

A metà degli anni ’30 Lancia ha a listino Dilambda, Astura, Artena e Augusta. Queste vetture sono stilisticamente simili tanto da sembrare semplicemente prodotte in dimensioni differenti.

Vincenzo Lancia vuole proporre qualcosa di nuovo, di innovativo. Vuole sbalordire i concorrenti e conquistare nuovi clienti, e lo vuole fare curando i dettagli in maniera maniacale, proponendo innovazioni tecniche e soprattutto dando una svolta all’immagine estetica dell’automobile comune.

In fase di progettazione sono stati realizzati modelli in scala 1:1 usando legno e plastilina e conducendo studi approfonditi in tema di stile e aerodinamica per una carrozzeria di nuova concezione affiancati dal Politecnico di Torino. Il risultato si presenta come un prodotto dalle linee penetranti con frontale teso e slanciato. Calandra e parabrezza si propongono inclinati e la coda appare spiovente e rastremata. I parafanghi anteriori sporgono al fianco dello stretto cofano motore, il tutto si raccorda all’abitacolo realizzato in pianta larga tanto da poter accogliere in modo confortevole fino a cinque persone. L’estetica è particolarmente filante ed aggraziata, la curva dei parafanghi anteriori è quasi allineata al loro profilo laterale e sulla superficie esterna fanno eccezione solo le maniglie delle portiere alla totale assenza di elementi in rilievo. Un dettaglio eccezionale per quei tempi è il coefficiente di resistenza aerodinamica pari a 0,47 (valore confermato in tempi recenti in galleria del vento), oltre il 20% inferiore rispetto alle altre vetture contemporanee! Per soddisfare l’armonia delle linee la coda non è stata fatta allungata, questo a discapito di un ancor migliore coefficiente.

La comodità è posta in primo piano: le portiere si aprono a libro ed il montante centrale è completamente assente come fu per le precedenti Astura ed Augusta. Questa soluzione permette di ottenere un ampio varco ed agevola in maniera assoluta l’accesso all’abitacolo dei passeggeri. Per omogeneità stilistica Vincenzo Lancia impone un taglio curvo delle portiere anche nei punti di incernieratura. Per questo motivo chiede all’amico Battista Falchetto, già ideatore delle sospensioni a ruote indipendenti della Lambda, di pensare ad un sistema che consenta l’apertura e la chiusura degli sportelli lungo questi anomali profili. Il genio propone un sistema di cerniere invisibili costituite da elementi fusi saldati alla carrozzeria, contenuti nello spessore della porta, con perni e cardini a sfera inclinati ovviando in modo rivoluzionario al problema.

Il disegno delle portiere è assolutamente simmetrico, come pure la specularità dei finestrini dando impressione di grande equilibrio, questo avvalorato anche dalla nervatura longitudinale che passa sulla parte superiore tagliando in due il lunotto posteriore e terminando sulla cornice della targa con una punta a forma di Lancia.

A livello meccanico non mancano le novità. Si introducono con la Lancia Aprilia anche le ruote posteriori indipendenti che, aggiunte a quelle anteriori già in uso, diventa una delle prime vetture al mondo con sospensioni a quattro ruote indipendenti a garanzia di una maggiore e migliore tenuta di strada.

Il motore (blocco e testata in alluminio) adotta l’abituale struttura a V stretto con cilindrata di 1352cc (1486cc per la seconda serie). Il sistema di distribuzione, con valvole inclinate e mosse da un solo asse a camme in testa viene brevettato da Lancia. Il propulsore montato elasticamente elimina ogni sorta di vibrazione e la silenziosità nell’abitacolo permette un confort senza eguali per una vettura di questa fascia.

Motore V6 Lancia Aprilia

Peso ridotto e grande aerodinamicità permettono alla Lancia Aprilia una rapida accelerazione, il raggiungimento della velocità di 125km/h ed un consumo ridotto, non superiore a 10 litri per 100km. Queste sono state alcune delle richieste di Vincenzo Lancia prima ancora di approntare il progetto Aprilia, ampiamente soddisfatte dai suoi eccellenti tecnici i quali, per accontentarlo, hanno realizzato una vettura la cui bellezza è stato un processo tecnico ed ideativo necessario a tale scopo. Un’altra richiesta è stata, come anticipato, quella del peso contenuto a meno di 900 kg. Per questo motivo si adotta un’insolita sottigliezza delle lamiere: 1,2mm per le strutture interne e 0,8mm per i rivestimenti esterni. La sicurezza però non è mai stata trascurata. I tecnici Lancia hanno effettuato dei test severissimi proprio in questo frangente. In concreto la Lancia Aprilia è stata appoggiata sugli assi delle ruote e nella zona centrale le sono stati caricati lingotti di piombo fino a 4500kg prima che si producesse uno strappo di un punto di saldatura, senza peraltro riscontrare alcun tipo di deformazione permanente delle lamiere.

Gli interni in panno Lancia, caldi e confortevoli, accolgono piacevolmente i passeggeri. Molto accurato anche il cruscotto che presenta un particolare sistema di indicazione del livello di benzina costituito da una serie di spie luminose con serigrafato il numero di litri presenti nel serbatoio.

Il prototipo provato da Vincenzo Lancia lo soddisfa pienamente e l’entusiasmo lo avvolge assieme ai suoi validissimi collaboratori. Questa vettura, assolutamente eccezionale e senza pari nella sua categoria, rimarrà l’ultima gioia di Monsù Lancia perché si spegnerà improvvisamente poco tempo dopo senza la soddisfazione di vedere la sua Aprilia uscire dallo stabilimento di via Monginevro a Borgo San Paolo.

La presentazione della Lancia Aprilia avviene al Salone di Parigi nel 1936 con nome di Ardennes e riscontra un grande successo come fu per la Lancia Lambda 14 anni prima. Qualche anno dopo, nel 1939, nasce la sorella minore. La Lancia Ardea è la copia perfetta ma ridotta dell’Aprilia, la quale permette di avere ad un prezzo minore e con consumi inferiori una vettura di grande lusso e raffinatezza mantenendo lo stile pressoché perfetto dell’Aprilia, seppur semplificato. Gli anni della guerra congelano la produzione di nuovi modelli, causa anche delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, proponendo Aprilia ed Ardea con nuove serie fino al 1953. Con questi due modelli si chiude di fatto il testamento tecnico di uno dei maggiori luminari dell’automobilismo mondiale, Vincenzo Lancia. La fabbrica passa in mano alla moglie in attesa della maturazione del figlio Gianni che, al momento della dipartita di Monsù Vincenzo Lancia, è un giovane dodicenne.

[LanciaVamo – Guidaci n° 2/2019]

La Lancia Aprilia ha ispirato un altro importante costruttore. Scopri chi a questo LINK .

 

 

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