Aurelia, una nuova via (consolare) per la Lancia

Aurelia, una nuova via (consolare) per la Lancia

Guidaci n° 3/2019

LanciaVamo

Lancia rimane orfana del suo fondatore Monsù “Censin” Vincenzo nel 1937. Le redini dell’azienda vengono prese dalla vedova Adele, in qualità di Presidente ed Amministratore unico, la quale fino ad allora aveva ricoperto il ruolo di segretaria. L’ing. Giuseppe Vaccarino presiede la Direzione Tecnica e Vittorio Jano è a capo del Reparto Esperienze.

Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale la fabbrica di Torino diventa “Stabilimento Protetto” e pertanto dedito quasi esclusivamente al servizio dello Stato concentrando il lavoro soprattutto sui mezzi pesanti. A causa dei frequenti bombardamenti, i quali comunque non compromettono mai totalmente la produzione, Lancia ritiene opportuno sezionarsi spostando a Bolzano parte del settore produttivo, soprattutto la fonderia, e a Padova la Direzione Tecnica.

Nell’immediato dopoguerra, l’economia europea generale volge verso una rapida ripresa. La smania di ricostruire da zero quanto perso durante la guerra coinvolge, naturalmente, anche il settore automobilistico. In questa fase, seppur siano passati tre lustri, l’Aprilia e l’Ardea rappresentano ancora il meglio di quanto si possa ottenere dal mercato, sia per quanto riguarda la modernità che la raffinatezza.

A capo dell’Ufficio Calcoli, Studi Speciali e Brevetti si trova il giovane ing. Francesco De Virgilio, il quale ricorda di aver visto nella sala da disegno un progetto, abbozzato nel 1924 per la Lambda, di un ipotetico motore 6 cilindri a V. A quel tempo, nessuno è stato in grado di risolvere i problemi di bilanciamento associati a questa configurazione e pertanto è sempre stata considerata una soluzione inapplicabile. L’intuizione di lavorare sulle forze alterne d’inerzia per crearne un motore equilibrato, ad aprile del 1943 lo porta ad iniziare uno studio approfondito sul 6V. Comincia a calcolare manualmente una serie infinita di combinazioni realizzando disegni di una precisione impressionante fino a concludere, nella storica data del 5 agosto 1943 (progetto disegnato il 17 agosto 1943), che il motore con 6 cilindri a V, capace di avere un ciclo di sei impulsi equidistanti, è perfettamente equilibrato con angolo di 60°.

Primo progetto 6V di De Virgilio

Riaccentrati i vari settori a Torino, nell’ottica di un rinnovamento della Lancia Aprilia, viene prodotto un primo motore sperimentale 6V denominato 538. Il vano motore di questa piccola utilitaria, non permettendo l’alloggiamento di un propulsore così ampio, obbliga De Virgilio ad optare per una angolazione più stretta, di 45°, la quale offre comunque un buon compromesso finalizzato ai test. Le prove vengono eseguite al banco dagli ingegneri e su strada sulla Lancia Aprilia della famiglia Lancia nel 1947 da Gianni Lancia che in quel periodo si reca frequentemente a Pisa per gli studi universitari.

Dal 1948 sarà proprio Gianni Lancia, l’ultimo figlio di Vincenzo, ad avere la responsabilità della gestione e del rilancio dell’azienda.

Vittorio Jano, salito alla direzione dell’ufficio tecnico, ha finora raccolto numerosi e soddisfacenti elementi sul nuovo motore 6V. L’entusiasmo del giovane Gianni Lancia lo spinge a decidere di realizzare una vettura completamente nuova, più grande e confortevole, ma che rispetti lo spirito di qualità ed accuratezza che ha sempre caratterizzato la Casa Torinese. Il filo comune con il passato è rappresentato dalla conservazione della calandra allungata seppur arrotondata.

Vengono mantenuti alcuni punti fermi e ben collaudati con l’Aprilia per aggiungere alcune innovazioni che partono dal nome, Aurelia, ispirato dalla principale delle vie consolari romane e che inaugura un nuovo ciclo della Casa Torinese.

Il vano motore più ampio di quello dell’Aprilia, permette l’inserimento del motore 6V con l’angolazione ottimale di 60°, gli interni sono più spaziosi e la carrozzeria con linee più moderne, sobria, signorile e senza le pedane laterali che hanno caratterizzato le Lancia fino a questo momento prodotte.

La presentazione nel maggio del 1950 al Salone di Torino riscontra un immediato successo. Il primato di vettura con motore 6 cilindri a V suscita curiosità ed interesse da parte degli affezionati Lancisti oltre che dai concorrenti. Sono, comunque, diverse altre le particolarità innovative e qualitative della nuova Lancia Aurelia. L’albero di distribuzione centrale, comandato a catene a rulli con tendicatena idraulico, è un’altra novità assoluta ideata anch’essa dall’ing. De Virgilio e brevettata da Lancia. Il cambio spostato al retrotreno in blocco con il differenziale, consente l’ottimizzazione della ripartizione dei pesi e, grazie a Michelin, l’Aurelia viene equipaggiata di pneumatici radiali. A queste novità si mantengono i freni posteriori montati di fianco al differenziale già presenti sull’Aprilia. I test su strada decretano che i consumi, nonostante i cavalli ed il peso notevolmente superiori, rimangono in linea con quelli dell’Aprilia. Consuma, infatti, meno di 11 litri per 100 chilometri e le sospensioni risultano più sensibili in rettilineo e più rigide in curva e la silenziosità dell’abitacolo viene aumentata.

Idea finale albero motore di De Virgilio

Nel 1950 le concorrenti italiane sono la Fiat 1400, grande e in stile americano oltre che fornita a basso prezzo e l’Alfa Romeo 1900, veloce grazie ai suoi 90 cv per 150 km/h, ma meno curata nei dettagli rispetto alla Lancia Aurelia. Gli stili delle Case Italiane rimangono quindi intatte anche nel dopoguerra: Fiat-convenienza; Lancia-raffinatezza; Alfa Romeo-prestazione.

Una delle prime Lancia Aurelia B10 in Piazza San Carlo a Torino

Negli anni successivi alla produzione della B10, primo modello di Aurelia, il motore viene gradualmente potenziato e per consentire una personalizzazione da parte dei carrozzieri verrà allestita anche solo in versione a pianale o autotelaio.

Lancia Aurelia B20

La Lancia è molto legata ad uno di questi carrozzieri per affari ed amicizia. Si tratta della Carrozzeria Pinin Farina. Questa importante casa stilistica, infatti, è stata fondata nel 1930 da Battista Farina detto “Pinin” ed uno dei suoi soci è Vincenzo Lancia. Già da tempo Vincenzo si avvaleva della collaborazione di Pinin Farina per i disegni delle carrozzerie delle sue creature. A ragione, ancor ora con la Lancia Aurelia, Gianni si rivolge a questa prestigiosa carrozzeria. La B20 viene universalmente riconosciuta come Granturismo per la sua linea ed i suoi dettagli che ne completano signorilità, eleganza e comodità oltre che per le sue grandi prestazioni. Costruita in serie secondo la concezione di base di realizzare una vettura con immagine sportiva, a due porte, ma con il comfort e la silenziosità della berlina. La fiancata integrale con superfici lisce, il parabrezza curvo e i finestrini laterali continui ne definiscono lo stile. I proiettori sul frontale sono incassati con i fari fendinebbia più piccoli. Lo slogan pubblicitario di promozione la rappresenta perfettamente: “Un’Auto sportiva in abito da sera”. Nelle versioni successive la fiancata si prolunga nella coda in modo più pronunciato, così da acquisire una linea ulteriormente slanciata.

Lancia Aurelia B24

Nel 1954 nasce un capolavoro prodotto in soli 240 esemplari che ottiene un incredibile successo soprattutto in America. La B24 è uno spider elegantissimo ma dalla linea sportiva molto pura, con superfici lisce e curvature a raccordi morbidi solo con un semplice accenno di parafango posteriore. Il parabrezza ha una curvatura avvolgente e molto inclinata il quale torna ad essere di tipo normale per facilitarne la chiusura della capote a mantice.  I paraurti modellati ad ala con effetto rostro, oltre ad offrire una protezione a diverse altezze, risultano molto originali per l’epoca.

Lancia Aurelia Florida B56

L’anno successivo l’Aurelia “Florida”, disegnata sempre da Pinin Farina, apre ad uno stile estremamente innovativo, a quattro porte, dal quale trarrà origine la berlina Flaminia.

La Lancia Aurelia è un altro grande successo della Casa Torinese, sia a livello stilistico che sportivo, ma questo argomento merita un capitolo a sé stante.

[LanciaVamo – Guidaci n° 3/2019]

 

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