80 voglia di Lancia – Auguri a Sandro Munari e Cipriano Filippi

1andro Munari e Cipriano Filippi compiono 80 anni

Il 27 marzo del 1940 è la data di nascita di Sandro Munari e di Cipriano Filippi. In quel giorno, probabilmente, deve essersi verificato un particolare incrocio astrale che ha generato due uomini perdutamente innamorati del marchio Lancia. Entrambi di carattere introverso, ma grandissimi professionisti, hanno occupato ed occupano tutt’ora uno spazio importante nel mio cuore e con questo mio scritto vorrei far giungere loro i miei migliori auguri di buon compleanno.

Le loro carriere hanno sempre ruotato attorno al marchio torinese unendo Sandro e Cipriano con un filo conduttore che li accomuna per successi in campo professionale, orgoglio per spirito di appartenenza ed infine amarezza per il declino del brand Lancia.

Sandro Munari – Il Drago di Cavarzere

Sandro Munari sulla Strato’s ad uno dei suoi vincenti Monte Carlo

Il Drago di Cavarzere, è considerato, senza ombra di dubbio il miglior rallista italiano, l’uomo che con le sue vittorie ha fatto scoprire la disciplina dei rally in Italia e che ha ispirato generazioni di nuovi aspiranti ed affermati piloti. Il solo Miki Biasion lo ha superato in numero di titoli iridati, ma è arrivato più tardi, quando Munari aveva già smesso di correre.

1959 L'eseordio sui Kart della Tecnocar
1959 L’eseordio sui Kart della Tecnocar
Cavallari e Munari, presumibilmente al Rally di Toscana del 1964

Sandro cominciò a correre sui kart nel 1959 con un gruppo di amici del suo paese. Quasi per gioco crearono una squadra e la chiamarono Tecnocar. Arnaldo Cavallari, che ai tempi era un famoso ed affermato rallista, lo osservò ed apprezzò la sua precisione e determinazione proponendogli di correre con lui in qualità di navigatore. Era il 1964, la sua carriera da rallista cominciò subito con una vittoria al Rally di Sardegna e poco dopo fu di nuovo vittorioso al Rally San Martino di Castrozza. Fu al Trofeo Jolly Hotels, una sorta di Giro d’Italia con prove di salita, corsa e velocità, che Cavallari si accorse del grande talento di Munari maturato anche grazie alle poche gare in salita disputate fino ad allora. Passatogli il volante, il giovane di Cavarzere fece cinque giri di test in pista a Balocco segnando lo stesso tempo di Cavallari e portandosi a solo un secondo da Zeccoli che, su quella pista, svolgeva il ruolo di collaudatore.

1965 Jolly Hotels
1965 Jolly Hotels – Munari al volante dell’Alfa Romeo sul circuito del Balocco

L’esordio del Drago come pilota avvenne nel 1965 al volante di una Lancia Flavia Coupé Pininfarina del Jolly Club per il Rally 1000 Laghi. Le sue prestazioni impressionarono perché furono all’altezza dei piloti ufficiali i quali avevano una maggiore esperienza su tracciato e vettura.

Venne ingaggiato immediatamente dalla HF Squadra Corse Lancia per disputare, come prima guida, il Rally di Montecarlo nel 1966 a bordo di una Lancia Flavia coupé con alle note George Harris.

Lo stesso anno fu protagonista di un curioso quanto unico episodio. Su richiesta del suo Direttore Sportivo, per accontentare un concessionario di Genova, partecipò alla gara in salita Pontedecimo Giovi al volante di una Lancia Flavia Sport Zagato. Per quella gara non fece alcuna ricognizione, ma la vinse ugualmente passando il traguardo in testacoda con la macchina distrutta dopo un aquaplaning! Il trofeo gli venne consegnato in ospedale dov’era ricoverato per le conseguenze dell’incidente.

Ad aprile del 1967 arrivò la sua prima vittoria assoluta in un rally, il 999 Minuti, su una Lancia Fulvia Coupé HF. Al suo fianco sedette per la prima volta l’esperto Luciano Lombardini con il quale stabilì subito un’intesa perfetta ed un rapporto di grande rispetto ed amicizia fraterna. Iniziarono insieme ad inanellare una serie incessante di successi conquistando la vittoria assoluta anche ai successivi Rally di Sardegna ed Alpi Orientali, per giungere infine alla strabiliante vittoria del Tour De Corse, il cosiddetto “Rally delle 1000 Curve”. Lo stesso Munari l’ha sempre definita la “Vittoria Madre” perché arrivata contro ogni pronostico che vedeva la Fulvia Prototipo 1405cc da 123cv sfavorita rispetto alla concorrenza francese, più potente e schierata con tante vetture. A coronamento di questa grande stagione si laureò Campione Italiano.

Munari con Lombardini
Sandro Munari con l’amico fraterno Luciano Lombardini

Sfortunatamente, durante la tappa di avvicinamento del Rally di Monte Carlo a Skopje, il 20 gennaio del 1968, Munari e Lombardini ebbero un drammatico incidente: Luciano perse la vita e Sandro fu costretto ad uno stop di tre mesi a causa delle ferite riportate. Tuttavia, tornò alla vittoria a giugno nel Rally Alpi Orientali con al suo fianco Daniele Audetto che ebbe il compito di fargli riguadagnare la fiducia e la fame di vittoria.

Nel 1969 disputò numerose gare con la Lancia Fulvia Coupé e con la F&M Special, sia nei rally che nella velocità, bissando il titolo di Campione Italiano. Simpatico fu l’episodio che vide il suo copilota Davenport tentare la fuga in preda al terrore per la spericolata guida del Drago, letteralmente senza freni.

Il 1970 fu una stagione sfortunata, segnata da troppi ritiri. Munari portò la Lancia Fulvia 1.6 HF sul podio solamente in Portogallo conquistando il secondo posto assoluto. Alfa Romeo lo cercò un paio di volte al telefono, ma a quel tempo non c’era la possibilità di raggiungere i destinatari in qualsiasi momento, e la proposta di farlo correre nei prototipi non gli arrivò in tempo utile per essere valutata. Nel frattempo Sandro firmò di nuovo con la Lancia.

Munari e Mannucci festeggiano una delle tante vittorie

Il titolo di Campione Europeo gli sfuggì di mano in Belgio nel 1971 dove si giocava il tutto per tutto correndo con una Abarth 2000 Sport, ma per un problema allo spinterogeno fu costretto al ritiro lasciando il titolo a Zasada. Dopo questa stagione, disputata interamente in coppia con Mario Mannucci (ad eccezione dell’East African Safari che corse con al suo fianco Drews e della Targa Florio ove era richiesta l’alternanza di due piloti), il Drago mise in bacheca la Mitropa Cup.

Vittoria inaspettata quanto meritata e sofferta – Monte Carlo 1972

Un successo esaltante per quanto inaspettato lo ottenne a Monte Carlo nel 1972 quando ormai la Fulvia, non più competitiva, fu messa progettualmente da parte per sviluppare la nascitura Strato’s. Il binomio Munari – Mannucci entrò nel cuore della gente facendo amare i rally agli italiani. Ancor oggi i loro nomi, assieme all’immagine della Fulvia HF numero 14 con la scritta “Lancia Italia” sul cofano, destano ricordi nostalgici di orgoglio nazionale. Se per il Drago il Tour de Corse del 1967 è stata la “Vittoria Madre”, il Monte Carlo è stata la vittoria che gli diede più soddisfazione morale. A quel tempo le fabbriche della Fiat avevano interrotto la produzione della Fulvia Coupé e messo gli operai in cassa integrazione gettando nello sconforto e nella disperazione centinaia di padri di famiglia che dovettero passare un terribile Natale senza certezze per il futuro.

Assieme a Munari c'è anche Pierugo Gobbato, baratterà le prestazioni del Drago sui prototipi Ferrari in cambio dei motori V6 per la Strato's
Assieme a Munari c’è anche Pierugo Gobbato, baratterà le prestazioni del Drago sui prototipi Ferrari in cambio dei motori V6 per la Strato’s

Con la leggendaria vittoria dopo la notte del Col de Turini, la Fulvia riacquistò il fascino che sembrava perduto e alle concessionarie arrivarono migliaia di nuovi ordini. Le linee di produzione riaprirono e gli operai tornarono nuovamente al lavoro regalando a tante famiglie sicurezze nuovi sorrisi. Lancia creò un modello speciale per celebrare questa epica vittoria che rimase in produzione dal marzo del 1972 fino al 1976. Sandro va estremamente orgoglioso di questo successo, ma soprattutto delle importanti conseguenze. Ha raccontato questo episodio mille volte ed è anche mio compito fissarlo fra queste righe per ricordarlo ancora una volta.

Munari vince con Merzario la Targa Florio del 1972 - ph. Eric della Faille
Munari vince con Merzario la Targa Florio del 1972
ph. Eric della Faille
ph. Eric della Faille

Qualche mese più tardi, Sandro Munari corse e vinse la Targa Florio in coppia con Arturo Merzario su Ferrari 312P. Il Drago fu, infatti, merce di scambio con Ferrari per ottenere i propulsori per la nuova Lancia Strato’s. Con le sue vittorie contribuì a far vincere il Campionato Internazionale Costruttori a Lancia e il Campionato Mondiale Marche a Ferrari.

La creatura allevata dal Drago è l’imbattibile Lancia Strato’s

Il debutto della Strato’s avvenne alla fine del 1972, ma difetti di progettazione ne rallentarono l’ascesa al successo ed impegnarono ingegneri e progettisti per le opportune correzioni. Munari corse anche il 1973 quasi interamente con la Fulvia conquistando i punti necessari per vincere il Campionato Europeo. Fu lui per primo a portare alla vittoria la Strato’s al Rally Firestone del 1973. La prima grande vittoria internazionale a bordo della bête à gagner l’ottenne al Tour De France, una gara durissima che lo provò molto anche fisicamente. Lancia non acconsentì alla richiesta della Iso Ford Cosworth di farlo correre in F1 per sostituire Nanni Galli, poiché questa richiesta giunse in un momento cruciale per lo sviluppo della Strato’s ed era necessaria la totale disponibilità e concentrazione di Munari.

Di qui in poi ci fu un susseguirsi di grandi e schiaccianti vittorie del Drago sulla Lancia Strato’s fra le quali altri tre Monte Carlo consecutivi, dal 1975 al 1977. Con i suoi successi contribuì a far vincere a Lancia il Mondiale Costruttori dal 1974 al 1976.

Il Drago è stato il primo vincitore della Coppa FIA Piloti nel 1977, trofeo antesignano del Campionato del Mondo Rally.

Lady Fulvia e il Drago
Lady Fulvia e il Drago

Nel 1978 il Gruppo Fiat mise la Strato’s in prepensionamento per delle strategie commerciali e fece correre il Drago con la Fiat 131 Abarth. Dopo due stagioni passate con Silvio Maiga e Piero Sodano, tornò ad avere alle note l’amico Mario Mannucci, ma l’ambiente non era più lo stesso. L’imbattibile Squadra Corse Lancia fu disgregata e così il Campione decise di ritirarsi dalle corse come pilota professionista, non disdegnando comunque di disputare qualche altro rally da privato.

1994 Targa Tasmania - Al volante (a destra) della Lamborghini Diablo il Drago di Cavarzere
1994 Targa Tasmania – Al volante (a destra) della Lamborghini Diablo il Drago di Cavarzere

Per spirito di riconoscenza nei confronti della Lancia che aveva creduto in lui, Munari rifiutò diverse offerte di ingaggio da parte di altre case automobilistiche di prestigio, anche quando non aveva ancora un contratto fisso con la casa torinese.

Con il tempo gli uomini Lancia cambiarono, anche Lancia stessa cambiò, ma le imprese del Drago di Cavarzere rimarranno indelebili nella memoria e nella storia dell’automobilismo italiano.

Sandro al volante della mia Fulvia 1600 HF
Sandro al volante della mia Fulvia 1600 HF

Al termine della carriera da sportivo, Sandro ha fatto altre diverse esperienze professionali, dalla F1 con Alfa Romeo alla Lamborghini come consulente tecnico, ha fondato il Motor Show di Bologna con altri campioni dei motori ed ha gestito alcune Scuole di Guida Sicura.

Nel 1990 vinse il Campionato Europeo Turismo con Alfa Romeo.

Il Drago
Il Drago

Negli ultimi anni è stato estremamente disponibile con i suoi tifosi partecipando ad innumerevoli manifestazioni ed incontri fra appassionati senza mai sottrarsi per una foto, un autografo o quattro chiacchiere.

Ora vive a Bologna circondato dall’affetto della sua famiglia.

Il giorno in cui conobbi Sandro, qui siamo ritratti da Alfredo Albertini per un servizio sulla mia collezione di Fulvia Coupé in scala
Il giorno in cui conobbi Sandro, qui siamo ritratti da Alfredo Albertini per un servizio sulla mia collezione di Fulvia Coupé in scala

Cipriano Filippi – Straordinario Uomo Lancia

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Cipriano nacque da una modesta famiglia di Verona. Rimasto orfano del papà in giovane età ebbe molto presto l’obbligo morale di sostenere la famiglia. Si trovò quindi a lavorare a Verona in città già all’età di tredici anni per lasciare alla mamma tutto lo stipendio. Non c’era vento, freddo o pioggia che tenesse, finito il lavoro il giovane Cipriano inforcava la bicicletta con grinta per tornare a casa dal lavoro: lo spettavano diverse ore di studio serale all’Istituto Leonardo Da Vinci.

Cipriano Filippi fra le sue creature
Cipriano Filippi fra le sue creature

Divenuto più grande si iscrisse alla scuola di disegno tecnico che frequentò tutte le domeniche mattina fino a quando non giunse il momento del diploma. Il suo professore si presentò a casa sua perché aveva sentito dire che quel ragazzo, il quale aveva condotto gli studi sempre con grandi profitti, non avrebbe dato gli esami… Trovò la mamma affranta e disperata dal timore di vedersi portar via per lavoro, lontano da casa, anche il figliolo e che non avrebbe saputo come tirar avanti. Erano gli anni duri del dopoguerra e Cipriano, con grande sacrificio, rinunciò al diploma e ad un conseguente impiego importante praticamente certo.

Tante Fulvia nellofficina dellAutorally
Tante Fulvia nellofficina dellAutorally

A 19 anni ricevette una richiesta dalla Lancia per presentarsi per un colloquio, la sua esperienza ed abilità in officina era tale che alcune voci giunsero fino a Torino, ma niente… era ancora troppo presto e la sua famiglia aveva ancora bisogno di lui. Dovette aspettare altri dieci anni fino a quando, nel gennaio del 1969, si presentò e fu immediatamente assunto. Precedette di qualche mese Enrico Masala che divenne dirigente dell’azienda e responsabile del marchio. Con lui instaurò un bellissimo rapporto di amicizia che dura tutt’ora.

Un motore Fulvia 1600 riportato agli antichi splendori
Un motore Fulvia 1600 riportato agli antichi splendori
Il motore di Giuliani pronto per la stagione rallystica 2020
Il motore di Giuliani pronto per la stagione rallystica 2020

Immediatamente fu messo alla prova in officina con meccanici già esperti i quali riferirono ai vertici che il giovane Filippi non aveva nulla da imparare perché conosceva bene sia il motore della Lancia Flavia che quello della Fulvia, per non parlare dei carburatori… in quel campo aveva da insegnare! La qualifica con la quale fu assunto era infatti “carburatorista”, ruolo che non fu mai ricoperto da nessuno fino ad allora, ma il suo compito non si limitò ad operare solo su questa parte dei motori perché spesso si trovava a fare dei test su strada e a provare le vetture per correggere alcuni difetti di prestazione.

Non passò molto tempo che presto gli capitò di ritrovarsi nell’officina di fianco per fare assemblaggi o lavorazioni particolari, era il Reparto Corse Lancia. Finito il lavoro si fermava spesso ad osservar lavorare i meccanici della Squadra Corse, entrò in simpatia ed amicizia con Gino Gotta, Luigino Podda e gli altri meccanici, conobbe i piloti di allora Källström, Aaltonen e Munari… Gli piaceva tantissimo l’atmosfera che si respirava, era innamorato di quel lavoro!

Un carburatorista e meccanico factotum faceva sempre comodo, quindi dal Reparto Corse Lancia lo chiamarono a seguire qualche rally per dare manforte agli altri tecnici della squadra ufficiale.

Munari vincitore al Rally del Sestriere del 1969
Munari vincitore al Rally del Sestriere del 1969

Al Rally Sestriere del 1969 Cipriano Filippi fu messo a seguire la corsa con il mezzo di assistenza, un Lancia Super Jolly. In una gara che vide 140 partenti su 157 iscritti e 26 classificati le Lancia Fulvia ufficiali si schierarono con Källström, Munari, Barbasio, Paganelli e con l’ex campione di Formula 1 Stirling Moss. L’inglese si mise subito la Fulvia per cappello ed all’assistenza dovettero lavorare sodo per rimetterlo in grado di proseguire la gara. Sforzo vano perché la notte successiva finì dritto in un vigneto dovendosi ritirare inesorabilmente. La stessa sorte capitò a Paganelli, ritirato. Barbasio finì quarto, Källström arrivò terzo sacrificando il secondo posto per aiutare Munari a rimediare ad un’uscita di strada e permettendogli di vincere il rally. Un bel regalo da parte dello svedese, sia per il Drago che per Cipriano, perché proprio durante il rally entrambi compirono 29 anni e poterono farlo festeggiandolo insieme il risultato sportivo.

Uno scorcio dell'officina Autorally
Uno scorcio dell’officina Autorally

Cipriano continuava a sostenere la famiglia e si permetteva qualche scorribanda in auto solo grazie alle mance. Ancor ora ricorda con gli occhi vivaci quando, alla gara in salita Stallavena-Boscochiesanuova del 1961, diede assistenza alla Giulietta Zagato di un industriale genovese cambiandogli i rapporti in 50 minuti sotto gli occhi del suo capo e del Mago Conrero, anch’egli lì presente. Ricevette ben 10.000 lire di mancia, un foglio di carta grande quanto un fazzoletto, difficile da vedere a quei tempi! Fu una grande soddisfazione per lui, non solo in termini economici, ma anche morali perché ricevette i complimenti da quello che considerava il più grande preparatore.

La vettura di Giuliani preparata per la nuova stagione 2020
La vettura di Giuliani preparata per la nuova stagione 2020

Fece anche delle esperienze presso lo Stabilimento Lancia a Bolzano per approfondire il funzionamento dell’impianto pneumatico impiegato sui camion. Studiò i componenti dell’impianto frenante degli Esadelta ed Esagamma, ma la sua vocazione rimase sempre l’automobile.

Deserti-Torlasco con Filippi ad assisterli al Montecarlo 2020
Deserti-Torlasco con Filippi ad assisterli al Montecarlo 2020

Durante i ritiri olimpici o mondiali, Cipriano si occupò dell’organizzazione e dell’immagine delle squadre sportive che Lancia sponsorizzava: tennis, nuoto, sci… Gli atleti si spostavano su eleganti Lancia Beta e lui li seguiva e portava in esposizione le Lancia vincenti nei rally: dalla Fulvia Marlboro alla Beta e ovviamente la regina Strato’s Alitalia.

Cipriano fu uno dei 23 ispettori Lancia di tutta Italia che si occupò delle problematiche delle concessionarie delle province di Mantova, Brescia, Trento, Bolzano, Vicenza e Verona. Ascoltava i clienti, provava le vetture e dava istruzioni ai concessionari su come risolvere il problema.

Cipriano in clinica
Cipriano in clinica

Rimase a Torino per dieci anni, fino a quando non decise di licenziarsi per mettersi in proprio. I vertici cercarono di farlo desistere, ma la decisione fu irrevocabile. Il mondo che amava si stava sgretolando, Lancia veniva oppressa dalla Fiat e Cipriano vide un mito perdere dignità giorno dopo giorno. Lo stabilimento di Chivasso era all’avanguardia, invidiato in tutta Europa per essere il primo attrezzato con la cataforesi e ora Fiat dettava leggi a risparmio che compromettevano la qualità dei prodotti. Allora, come oggi, i manager bravi a gestire le finanze, ma che non sono mai stati innamorati delle vetture, smantellarono le fondamenta della Lancia, fino a renderla inerte. Le scelte di Fiat sono sempre state discutibili e la rabbia di uomini Lancia come Cipriano Filippi gliela si trova ancora dentro. Lui oggi la riassume con poche parole intinse di spirito di appartenenza e rassegnazione: “Fiat ce l’ha sempre avuta con noialtri…”.

Cipriano Filippi al lavoro
Cipriano Filippi al lavoro

Prima di tornare a Verona, Lancia impose a Cipriano che la sua nuova officina fosse Autorizzata Lancia. Divenne infatti punto di riferimento per molti meccanici risolvendo abilmente ogni sorta di problematica meccanica.

Cipriano è un uomo minuto, ma dal grande cuore. Ha vissuto una vita di sacrifici, lavorando seriamente e guadagnandosi il rispetto, la stima e la simpatia di molti clienti ed addetti ai lavori.

Cipriano con i figli Mario e Fabrizio gestiscono l'Autorally
Cipriano con i figli Mario e Fabrizio gestiscono l’Autorally

Gestisce ancor oggi l’officina Autorally a San Giovanni Lupatoto assieme ai suoi figli Mario e Fabrizio. Mette le mani in tanti motori di vetture che gli portano anche dall’estero, ma le sue adorate Fulvia non mancano mai e lui le fa rombare grazie alla sua grande passione, professionalità ed esperienza.

Cipriano in una foto ricordo con Francesca, in primo piano il V4 di Lady Fulvia
Cipriano in una foto ricordo con Francesca, in primo piano il V4 di Lady Fulvia

 

Scritto per Auto d’Epoca – Marzo 2020

Una risposta a “80 voglia di Lancia – Auguri a Sandro Munari e Cipriano Filippi”

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